Il Museo Lapidarium
è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra
Marcelo Viquez – Las damas de Kuberton
Galleria Rigo, venerdì 4 agosto 2023 alle ore 21
Siamo lieti di presentare alla Galleria Rigo un artista eccezionale, per il quale questa è la prima mostra in Croazia. Originario dell’Uruguay, Marcelo Viquez ha vissuto e lavorato in Spagna per molti anni, e ci ha conquistati subito con la sua energia e il suo temperamento latino. Vale a dire che, nell’autunno del 2022, ha soggiornato presso la residenza artistica di AiR Kuberton in Istria, organizzata da Ursula Krinzinger e dal Museo Lapidarium dal 2016. Fu infatti introdotto da questa famosa gallerista viennese, con il sostegno della Kewening Gallery di Berlino.
Durante la residenza di Viquez, durata un mese, la produzione di opere è stata eccezionale, ma la serie di disegni Las damas de Kuberton (Donne di Kuberton) ha attirato un’attenzione particolare. Li ha realizzati con la sua tecnica preferita, l’inchiostro su carta, e con il mezzo della cancellazione dei colori, il mezzo del pieno e del vuoto, in cui tutte queste donne fantasiose sono intrecciate l’una nell’altra.
Non si tratta certo di disegni di collezionisti di ritratti femminili, sembrano più appunti di foglie fuse provenienti da qualche manoscritto miniato. Manoscritti miniati, sì, se li associamo alle formazioni di Viquez, e attraverso di esse alle parole. Queste parole decorate trasformate in frasi, che non mancano di ardente ironia e cinismo umoristico, e che quasi tutte finiscono con Cuberton come indicatore di luogo e azione, non sono né registrazioni né messaggi, ma sguardi della notte. Pure il pensiero filosofico intende di questo sguardo, “in cui di tanto in tanto volano attraverso la notte delle teste insanguinate e altre apparizioni spettrali. Ed è un essere umano quella notte.” Anche il mondo artistico ispanico conosce questo sguardo di signorine di corte, donne, da Velasquez, Goya, Picasso alle stravaganze di Carles Santos.
Tuttavia, la questione delle donne di Cuberton di Viquez non è “cosa significano”, né chi sono i suoi predecessori, ma “come le crea”. Che questi disegni siano concettuali, intuitivi o emotivi, la loro essenza deriva dal processo di disegno. Per Marcel Viquez, il processo è un tipo di pensiero e i processi di pensiero sono un tipo di disegno. In questo modo mette alla prova le idee, rappresentazioni di pensieri che spesso si intravedono a metà. Forse perché l’ispirazione di Viquez nasce dalla parola spirare: respirare, disegnare in un fiato.
Marcelo Viquez nasce nel 1971 a Montevideo, in Uruguay. Nella sua città natale studia belle arti, e continua gli studi a Cuenca in Spagna. Studia graphic design e video a Palma di Maiorca, città in cui vive e lavora da più di vent’ anni. Espone autonomamente dal 1995 e partecipa a numerose mostre collettive ed è spesso ospite di residenze artistiche. È rappresentato in diverse gallerie europee. La pratica artistica di Viquez è varia, composta di disegni, sculture, installazioni, video, fotografie e musica. Come ex batterista della band punk rock Prenatal, la musica mantiene la sua estetica. È delineata con audacia, ispirata all’emigrazione dall’Uruguay alla Spagna, alle esperienze di strada, agli alti e bassi della vita, alla dedizione di vivere del proprio lavoro artistico. Le sue opere, dai più piccoli disegni alle installazioni impegnative, riflettono la società attraverso la lente dell’esperienza personale.
The loneliness that surrounded me during my time in Kuberton (Croatia) was not an obstacle but source of inspiration. It allowed me to connect with myself in a profound and thoughtful way, exploring my thoughts and emotions. I found myself in a constant process of self-discovery, and that is reflected in my series of drawings ‘Las damas de Kuberton’.
Marcelo Viquez
La realizzazione della mostra è stata resa possibile dalla Regione Istriana – Assessorato cultura e territorialità, Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia, la Città di Novigrad – Cittanova, Galerie Krizinger Vienna e Galerie Kewenig Berlin.