Mithu Sen – Shadows. One Yet Separate

Nell’ambito del vasto progetto “Estate dell’India in Istria”, organizzato dal Museo Lapidarium in collaborazione con l’Ambasciata Indiana a Zagabria, siamo lieti di annunciare la mostra personale di Mithu Sen, una delle artiste contemporanee più conosciute dell’India.

Mithu Sen

Ombre. Una ma separata (Shadows. One Yet Separate)

Inaugurazione con la presenza dell’artista, venerdì 5 luglio 2024 alle 21:00

Il titolo della mostra di Sen è ispirato alla poesia in prosa “L’Ombra” di A. G. Matoš, mentre tutte le opere nuove, realizzate appositamente per la sua prima mostra in Croazia, portano i “testi” delle poesie di Matoš “Bajaderin grob”, “Napast”, “Nokturno” e “Prkos”. Cioè sarebbero la trascrizione visiva dell’artista di parole o lettere delle poesie di Matoš in manoscritto (materiale digitalizzato dalla Collezione di Manoscritti e Libri Antichi della Biblioteca Nazionale e Universitaria di Zagabria). Si potrebbe dire che è un gesto cortese di un ospite benevolo e un segno di rispetto verso l’ospitante ma Mithu Sen, attraverso il linguaggio della poesia di un territorio e una cultura a lei “sconosciuti”, contestualizza visivamente concetti come l’identità della donna artista del sud globale, i discorsi postcoloniali, le politiche linguistiche dominanti, e… l’eurocentrismo.

Sono esposte 20 nuove opere sotto il titolo comune “Ombre”, per le quali l’artista dichiara la tecnica “disegni a punto, Zarina, carta metallica, violenza, sussurro, poesie asemiche su carte fatte a mano bianche e grafite”. Poiché il museo di Novigrad ha pareti di vetro, la particolarità della mostra sono anche 14 disegni “trasparenti” delle poesie di Matoš, realizzati e collegati con strisce LED. In forma di installazione LED, le “immagini” sono posizionate sulle superfici di vetro del museo visibili dalla strada, dalla piazza o dal parco. Di giorno, le “immagini” di Sen creano “ombre” all’interno dello spazio del museo, e di notte un’installazione luminosa, o come ha scritto A. G. Matoš: “L’ombra è più grande della luce, come la mia ombra che di sera è più grande del campo di mio nonno. Il grano e il seme dell’uomo germogliano nell’ombra e muoiono nell’ombra. La vita nasce dall’ombra, vaga nell’ombra, scompare nell’ombra.”

Tuttavia, Mithu Sen non parte dalle analisi linguistiche della poesia di Matoš. Qui i manoscritti croati sono decostruiti e riscritti, trasformati in forme visive come scritture asemiche di rappresentazioni pittoriche. Non hanno contenuto semantico né struttura linguistica riconoscibile, segni e tratti nuovi esteticamente e poeticamente incantati, anche quando sono accompagnati da rappresentazioni/disintegrazioni di scene umane o animali.

In sostanza, la mostra di Mithu Sen a Novigrad può essere interpretata come una poesia visiva di un proprio “terzo” linguaggio, con l’interazione illuminata di parole immaginarie ingrandite e associazioni pittoriche che si muovono tra le superfici visibili e le loro ombre. Tra di loro scorre una linea luminosa coreografata, una linea guida con cui Mithu Sen crea nuove zone di contatto e dialogo.

Mithu Sen, nata nel 1971 in Bengala Occidentale, vive e lavora a Nuova Delhi. Ha conseguito un master in pittura presso l’Università Visva-Bharati a Santiniketan, mentre ha completato il programma post-laurea presso la Glasgow School of Art (Regno Unito). Ha esposto e partecipato a numerose manifestazioni artistiche internazionali, gallerie e musei, tra cui la Sharjah Biennale 15, UAE (2023); sonsbeek 20-24, Arnhem (2021); APT9-9. Asia-Pacific Triennial of Contemporary Art, Queensland Art Gallery/Gallery of Modern Art, Brisbane (2018); Kunstmuseum, Wolfsburg (2018); Chemould Prescott Road, Mumbai (2018); Kiran Nadar Museum of Art, New Delhi (2017); Guggenheim Museum, New York (2016); Unlimited: Art Basel (2016); Eli and Edythe Broad Art Museum, Michigan (2014); Kochi-Muziris Biennale, Kochi (2014); Galerie Krinzinger, Vienna (2014); Dhaka Art Summit, Dhaka (2014); Tate Modern Project Space, London (2013); Zacheta Museum, Varsavia (2011), National Museum of Modern Art, Tokyo (2008).

Abile nel gioco di parole, esperta nel sovvertire le regole e i codici gerarchici nel mondo dell’arte, sia che hackeri la propria voce su Wikipedia per annunciare la sua partecipazione a “Documenta 26”, tenga conferenze in una lingua priva di senso come parte della performance Aphasia (2016) al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, o irrompa in una riunione Zoom del forum artistico della Yale University per Be beyond being (2021), Mithu Sen ridefinisce continuamente i concetti e le funzioni del mondo dell’arte, sfidando i modi tradizionali di interazione e interrogando le gerarchie sociali e le politiche di identità.

Vale la pena menzionare che il suo contributo all’arte contemporanea è stato riconosciuto con numerosi premi, tra cui il Premio Skoda per la migliore arte contemporanea indiana (2010), il Prudential Eye Award per l’arte contemporanea asiatica (2015), e nel 2023 l’illustre “Frieze magazine” ha dichiarato la sua mostra “mOTHERTONGUE” presso l’Australian Centre for Contemporary Art di Melbourne (2023) una delle dieci migliori mostre al mondo di quell’anno. (https://www.frieze.com/article/top-ten-row-shows-2023)

Curatrice: Jerica Ziherl.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con Chemould Prescott Road Gallery, Mumbai, e con il supporto dell’Ambasciata dell’India a Zagabria, del Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia, della Città di Novigrad-Cittanova e dell’Ente per il Turismo di Novigrad-Cittanova.

La mostra è aperta fino al 6 agosto 2024. Orario di apertura: lunedì – sabato, 9 – 15 / 19 – 22.

Mithu Sen poster

Museo Lapidarium, Piazza Grande 8a, 52466 Cittanova; e-mail: info@muzej-lapidarium.hr; tel. +385 (0)52 726 582, cell. +385 (0)916202889

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