La cartella grafica Jazz, che è stata creata da Henri Matisse (1869-1954) nel 1943 e pubblicata poi quattro anni più tardi, è una delle opere chiave nella produzione dell’artista. In essa ha infatti stabilito la possibilità di passaggio dalla pittura a fare collage di carta (papiers découpés) che ha caratterizzato l’ultimo decennio della sua vita. Nella realizzazione del progetto l’artista è stato aiutato da Efstratios Tériade, critico realizzato di origine greca, redattore presso la casa editrice Skira e co-fondatore del quotidiano surrealistico Le Minotauro. Dopo il 1937 continuò la carriera editoriale con la rivista Verve. Proprio in base al progetto di Matisse per la copertina di Verve in 26 colori differenti di carta tagliata trasformata in litografia (La Symphonie chromatique, n. 8, 1940) Tériade ha proposto all’artista di creare un libro che sarebbe una sorta di “manoscritto della pittura contemporanea”.
Per prima cosa Matisse ha creato una serie sul tema del circo (con motivi di Clown e Scivoli che sono diventati il primo e l’ultimo foglio nella cartella), ma è stata ben presto sostituita dal tema del jazz, che era più adeguato e in armonia con la colorata vivacità e i ritmi sincopati della carta tagliata. L’artista si è concentrato sulla semplicità e l’espressione primaria di ogni forma, sull’alternazione di bordi curvi e taglienti e sul contrasto dei piani derivante da rapporti lisci, strutturati e cromatici. Il suo scopo non era di collegare le immagini come illustrazioni di un testo specifico, ma di stabilire un’armonia visiva completa tra le superfici verniciate e le lettere. Va notato che Matisse nonostante l’età e l’indiscutibile abilità ha dimostrato prontezza per le innovazioni tecniche e formali nella propria creazione; disegnando direttamente sulla superficie colorata ha unito i due aspetti della costituzione dell’immagine e tramite un metodo effettivamente semplice ha ottenuto l’effetto figurativo originale.
Quello che nella cartella Jazz è stato realizzato in un formato relativamente piccolo, in seguito è stato applicato con successo su scala più ampia con progetti decorativi, tra i quali il più famoso è quello di La Chapelle du Rosaire a Vence (1949 – 1951), dove le piastre in ceramica bianche e nere dialogano con vetrate colorate e pittura piatta, che ritroviamo anche nella cartella grafica descritta. Indipendentemente dal formato e dallo scopo di singole realizzazioni, il maestro ha sempre ricercato diverse combinazioni di colori con le forme tagliate prima di trovare l’equilibrio ottimale tra le strutture immaginarie e la loro saturazione cromatica. Come ha scritto lui stesso, il processo di “disegnare con le forbici direttamente nel colore” gli ha ricordato uno scultore che scolpisce direttamente nella materia. Ma nonostante ciò, a causa dell’estrema sensibilità di Matisse al colore e della meticolosa ricerca della tonalità desiderata, la preparazione della cartella per la stampa si è prolungata per più di tre anni poiché l’artista non era affatto contento con le stampe di prova; quando è stato ottenuto l’effetto desiderato, ha optato per il concetto del libro, ha inoltre notato che ha a disposizione tanti spazi bianchi e li ha riempiti con manoscritti, commenti e brevi annotazioni sulla sua esperienza artistica. Alcuni studiosi ritengono che questi scritti siano il suo testamento spirituale, e altri nel progetto nel suo insieme per prima cosa vedono uno dei più importanti libri d’arte del secolo scorso, che ha avuto un forte impatto su pittori europei e americani della generazione successiva.
Brane Kovič