Sanja Iveković

Muzej – Museo Lapidarium, Piazza grande 8a, Novigrad – Cittanova

Siete gentilmente invitati alla seconda mostra personale di Sanja Iveković nella Galleria Rigo.
Inaugurazione, alla presenza dell’artista, venerdì 24 luglio 2020, alle ore 21.

Sanja Iveković
HOMEWORK FROM SELF-ISOLATION

La mostra rimane aperta fino al 15 agosto 2020.

La mostra è accompagnata da un’edizione speciale con testi di Zdenka Badovinac, Joanna Sokolowska, Jelena Vesić e Goran Trbuljak.

Sanja Iveković ha esposto per la prima volta alla Galleria Rigo nel maggio 1996. Si trattava dell’installazione video In-stabili immagini, che era anche il nome della mostra.
Ero affascinata dal suo agire a e dal pensiero innovativo, in quanto lo spazio della piccola galleria e la remota Cittanova non riuscivano a soddisfare tutte le condizioni dell’idea da lei proposta. Ciò nonostante, Sanja Iveković non ha rinunciato, né tanto meno si è arresa. La reciprocità e la comprensione hanno dato alla luce a ciò che è emerso dalle immagini in-stabili, ma che si è rivelato a tutti gli effetti una mostra stabile. Coerente a sestesa.
Ora, alla seconda mostra alla Galleria Rigo, 24 anni dopo, e in un momento in cui una profonda crisi sta scuotendo il mondo o, come l’artista ha inconsapevolmente previsto nel 1996, in un’epoca di immagini in-stabili, si presenta con nuove opere al centro della sinestesia di volti e parole, che è anche il contenuto di questa pubblicazione. Si tratta di immagini mediatiche realizzate in collaborazione con la designer Sanja Bachrach Krištofić, sotto forma di inter-soggettività e necessità civilizzatrice dell’artista di umana solidarietà.
Su questa stessa traccia sono anche i testi dei curatori e collaboratori dell’artista. Un contributo molto speciale è quello di Goran Trbuljak che, con il suo tipico approccio, racconta la conoscenza e l’amicizia vecchia data nata tra lui e l’artista. Sanja Iveković, che ha confermato con diversi esempi nelle sue opere che l’arte contemporanea è socialmente rilevante o, se volete, un contrappeso a un sistema le cui relazioni sono focalizzate sul controllo, la subordinazione e la redditività. Anche questa volta ha dimostrato, proprio come 24 anni fa, che lei non rinuncia, che non si arrende. Al contrario, con il suo pensiero e il suo agire critici, continua a disturbare la realtà dell’osservatore, che si tratti di immagini stabili o in-stabili.

(Jerica Ziherl)

OPERE:

SUBTOPIA – Il mio ritratto virtuale
Le prerogative di essere un’artista in quarantena
Solidarietà 1989-2020

Il titolo della mostra Home-Works di Sanja Iveković evoca tre tipi di lavori legati alla pandemia globale, allo stato di emergenza e all’isolamento sociale che caratterizzano il momento attuale: homework quale compito per casa (scolastico), work from home come l’ormai frequente e popolare “lavoro da casa” e housework, ovvero i “lavori di casa” − tradizionalmente femminili, invisibili e non retribuiti. Lavorare senza la pressione del successo o fuggire dal mondo dell’arte lavorando a casa per dodici ore sono alcune delle Prerogative di un artista in quarantena come recita il titolo del poetico opuscolo di Sanja Iveković, dedicato al gruppo femminista Guerilla Girls. A differenza dello sciopero contro i canoni patriarcali delle istituzioni artistiche condotto da questo gruppo artistico-contestatorio, l'”artista in quarantena” trova il vantaggio nel fatto che finalmente ha più tempo per lavorare, una volta che i galleristi si sono dimenticati di lei. Senza la necessità di mediazione da parte delle autorità (istituzionali), valuta autonomamente le sue azioni e conclude cinicamente – secondo il principio del tutto o niente − che le sue opere sono o altamente pertinenti o totalmente irrilevanti. Il dubbio sulle assunzioni epistemologiche e sociali della civiltà moderna, e quindi sul ruolo illuminante dell’istituzione dell’arte, è certamente prerogativa dell’”artista in quarantena”. In fin dei conti, la quarantena alla quale siamo oggi costretti non è la conseguenza ultima della fiducia eccessiva nell’espansione tecno-capitalista?
Cosa fa l’artista in quarantena? Sostanzialmente quello che fa quando non è in quarantena. Crea in relativo auto-isolamento e “lavora da casa”, vivendo un “classico” dell’era del capitalismo cognitivo – un sistema che cerca in tutti i modi di ridurre i costi di produzione (con l’abolizione di uffici, assembramenti socio-comunitari, riconoscimento sociale e attenzione al lavoro individuale; con la riduzione del tempo impiegato per lo spostamento fisico da un luogo ad un altro, ad eccezione dei veloci e tossici voli a lunga percorrenza ) – in quanto si deve produrre, comunicare e consumare il più possibile, e il più rapidamente possibile. Nell’era del capitalismo cognitivo, il multitasking è la salvezza e “perdere tempo” è un peccato. L’”artista in quarantena” svolge disciplinatamente la sua funzione di artista – partecipa a numerose mostre virtuali senza alcun compenso, confermando (nello stile dell’identificazione sovversiva o della tautologia concettualista) la tesi secondo cui l’arte è “opera immateriale”.
Rispetta anche i consigli di medici, psicologi e filosofi – secondo i quali la cosa più importante per la sopravvivenza in quarantena è attenersi alle routine quotidiane e ai piccoli rituali. Nella vita quotidiana di Sanja Iveković (in quarantena, e anche prima della “messa in quarantena”), queste routine non ordinarie e questi rituali speculativi le fanno afrontare la politica dell’immagine attraverso i processi di manipolazione grafica: attraverso collage, decollage, giustapposizione, appropriazione e détournement; attraverso il metodo del “consumo critico” delle immagini.

(Jelena Vesić)

Sanja Iveković è nata a Zagabria, dove attualmente vive e lavora. È cresciuta nella Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia e appartiene alla generazione di artisti riuniti sotto il termine “New Art Practice”, emersa dopo il 1968. Mette costantemente in discussione il ruolo dell’arte nella società attraverso una vasta gamma di media, dove si vanno a congiungere generi, questioni nazionali e di classe. Le sue opere degli anni ’90 affrontano il crollo dei regimi socialisti e le conseguenze del trionfo del capitalismo e dell’economia di mercato sulle condizioni di vita, in particolare delle donne. Ha partecipato a varie biennali internazionali e mostre significative come la 38a Mostra EVA − Internazionale, Limerick (2018); Documenta 8, 11,12, 13 e 14 (1987, 2002, 2007, 2012, 2017); Biennale di Kiev, Kiev (2015); Artes mundi, Cardif (2014); Istanbul Biennale (2009, 2007). Mostre antologice a: 1 Mira Madrid, Madrid (2012-2013); DAAD Gallery, Berlino (2015); South London e Calvert 22 Gallery, Londra (2012-2013); MUDAM, Lussemburgo (2012); MoMA, New York (2011); BAK, Utrecht e Van Abbemuseum, Eindhoven (2009).

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Sanja Iveković_Galerija Rigo

Catalogo della mostra: Sanja Iveković_HOMEWORK FROM SELF-ISOLATION

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Foto: Archivio MML

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Foto: Archivio MML

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Foto: Archivio MML

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Foto: Archivio MML

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Foto: Zattoni

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Foto: Zattoni

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Il programma è stato realizzato con i finanziamenti della Città di Novigrad – Cittanova, dell’Assessorato alla cultura della Regione Istriana e del Ministero della cultura della Repubblica di Croazia.
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– mantenere la distanza
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Grazie per la comprensione.